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Il Canada ai tempi del Coronavirus

Supporti alle imprese e differenze fra i territori

Lungimirante previsionalità e ottimi fondamentali economici, le armi 
del Canada ai tempi del Coronavirus. La fortissima integrazione economica con gli USA e l’incognita per la successiva ripresa economica segnano il presente dello stato nordamericano.

 

La risposta del Canada al Covid19

Sono più di quindici anni che il Canada si prepara allo sbarco di un Coronavirus nel Nuovo Mondo. L’Agenzia di Sanità Pubblica del Canada (CPAH), uno dei sei dipartimenti della Sanità federale, da diverse settimane monitorava la situazione in Cina e il 15 gennaio 2020 ha attivato il proprio Health Portfolio Operation Center (HPOC) e avviato il Federal/Provincial/Territorial Public Health Response Plan for the Biological Events, ambedue organi di coordinamento tra Governo centrale, centri operativi interni e unità amministrative territoriali (dieci Province e tre Territori in totale).

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Chief Public Health Officer of Canada Dr. Theresa Tam gestures as she speaks at a press conference on COVID-19, at West Block on Parliament Hill in Ottawa, on Wednesday, March 18, 2020. THE CANADIAN PRESS/Justin Tang

Alla fine di gennaio, è stato istituito un altro organo di coordinamento, lo Special Advisory Committee on the Novel Coronavirus (SAC). Questi comprende membri del Pan-Canadian Pcublic Health Network Council e del Consiglio degli Chief Medical Officers of Health del Canada (CMOH), già tradizionali strumenti di co-governance sanitaria in tempi normali.

Il CMOH, il direttivo dei dieci vice-ministri territoriali della Sanità, è presieduto dalla Dr. Theresa Tam, che già sovrintende la sopra menzionata agenzia CPAH. Theresa Tam è da quasi tre anni Chief Public Health Officer (CPHO), una sorta di super professionista della sanità pubblica del governo federale. Oltre che essere presidente di una delle agenzie sanitarie e consulente del Ministro preposto, la figura del CPOH è stato creata nel 2004 (insieme al CPAH) in seguito all’epidemia SARS, in previsione e preparazione di eventi calamitosi biologici: egli è, infatti, il responsabile dei Public Health Agency of Canada Act, Quarantine Act, Human Pathogens and Toxins Act e Department of Health Act, cioè della legislazione speciale in tempi di emergenza medica.

Ma la risposta canadese non si ferma all’ambito della salute pubblica: per attenuare le probabili ricadute socioeconomiche  dell’inedito Lockdown il Governo ha varato il Canada’s COVID-19 Economic Response Plan,  una sequela di misure di sostegno individuale, imprenditoriale e in generale ai settori produttivi e non.

 

Gli aiuti individuali

Di seguito gli interventi di tutela dei singoli. Integrazione salariale temporanea per lavoratori essenziali a basso reddito (con soglia inferiore ai 2.500 $ canadesi mensili). Raddoppio del Canada Child Benefit (CCB), il sussidio mensile per famiglie con minori, elevato a 550 $. Bonus speciale una tantum attraverso il credito d’imposta su beni e servizi (GTS/HSTper famiglie a basso e modesto reddito (400 $ per i single, 600 $ per le coppie). Rinvio della scadenza per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi 2019 per le persone fisiche al 1° giugno 2020. Accordo con le banche per un supporto ipotecario atto a differire fino a sei mensilità (interessi e capitale) per i mutuatari interessati. Istituzione del Canada Emergency Response Benefit (CERB) per i lavoratori che hanno perso il reddito a causa del COVID-19 (500 $ settimanali, per un massimo di 16 versamenti). 

 

Gli aiuti alle imprese

Il supporto all’economia si suddivide in due filoni. Il primo mira a evitare licenziamenti e a riassumere dipendenti, tramite una sovvenzione salariale d’emergenza (CEWS) di 12 settimane a sostegno dei datori di lavoro più colpiti dalla pandemia (copertura del 75% del salario di un dipendente, fino a 847 $ a settimana).

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Oltre a ciò, un sussidio salariale temporaneo del 10% di tre mesi che consentirà agli imprenditori di ridurre l’importo della detrazione sui salari che deve essere inviato alla Canada Revenue Agency (CRA, preposta alla riscossione delle imposte) e un’estensione da 38 a 76 settimane del programma di condivisione del lavoro per le ditte colpite dall’epidemia.

Il secondo troncone si occupa dell’accesso al credito, istituendo un programma di disponibilità del credito commerciale (BCAP) di ulteriori $ 6,25 milioni alle PMI, attraverso la Business Development Bank of Canada (BDC) e l’Export Development Canada (EDC), un Conto commerciale di emergenza (CEBA) che fornirà prestiti senza interessi fino a $ 40.000 a piccole imprese e organizzazioni no profit, il Canada Emergency Commercial Rent Assistance (CECRA), il quale rifonderà dal 50 al 75% dei canoni di locazione ai proprietari di immobili commerciali che abbasseranno o rinunceranno all’affitto delle piccole imprese per i mesi di aprile, maggio e giugno.

È previsto anche un sostegno a imprese e comunità rurali pari a $ 287 milioni attraverso la Community Futures Network, $ 250 milioni di investimento per assistere aziende innovative nella fase iniziale non in grado di accedere ad altri supporti alle imprese COVID-19 per mezzo il programma di assistenza alla ricerca industriale (IRAP), $ 20,1 milioni di finanziamenti a Futurpreneur Canada a sostegno dei giovani imprenditori, con agevolazioni di pagamento ai propri clienti fino a 12 mesi, $ 675 milioni di ulteriori prestiti alle PMI che non sono in grado di accedere ad altri supporti alle imprese COVID-19, attraverso le agenzie di sviluppo regionale del Canada, più altri $ 15 milioni a fondo perduto per le imprese nei Territori.

 

Gli aiuti ai settori economici

Infine, le sovvenzioni nei vari comparti. Agricoltura, agroalimentare, acquacoltura, pesca: $ 50 milioni per aiutare gli imprenditori a mettere in atto le misure di isolamento di 14 giorni richiesto a tutti i lavoratori che arrivano dall’estero ($ 1.500 per ogni stagionale) e ulteriori $ 5 miliardi di prestiti grazie alla Farm Credit Canada

Settore culturale e sportivo: $ 500 milioni di prestiti per le organizzazioni del settore. Trasporto aereo: ai governi di Yukon, Northwest Territories e Nunavut $ 17,3 milioni di supporto ai servizi aerei critici alle comunità settentrionali e per garantire la fornitura continua di cibo, dispositivi medici e altri beni e servizi essenziali.

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Abbuono dei canoni fino a dicembre 2020 per le 21 autorità aeroportuali locatarie del governo federale. Turismo: differimento dei pagamenti sui contratti di affitto commerciale e delle licenze di occupazione senza interessi fino al 1 settembre 2020 per gli operatori turistici nei parchi nazionali, nei siti storici e nelle aree di conservazione marina.

Energia$ 1,72 miliardi per la ripulitura dei pozzi di petrolio e gas inattivi ai governi di Alberta, Saskatchewan e British Columbia e all’Alberta Orphan Well Association. Non profit e di beneficenza$ 350 milioni per aiutare enti di beneficenza e organizzazioni senza scopo di lucro fornitori di servizi essenziali ai bisognosi (consegne a domicilio di generi alimentari e farmaci, servizi di trasporto per anziani e disabili, formazione e forniture ai volontari).

 

Conclusioni

L’importante sforzo del Governo canadese e la possibilità di un generalizzato lockdown è permesso da un deficit di bilancio statale contenuto al 90% della decima economia mondiale per PIL, un trend di crescita economica positivo negli ultimi anni, ingenti risorse minerarie ed energetiche (grande consumatore di elettricità, ne è il primo esportatore globale). 

Il Canada ha la potenziale criticità di avere un’economia fortemente integrata con quella degli Stati Uniti. Questi rappresentano sia il principale Paese fornitore, con oltre il 50% delle importazioni, sia il principale Paese di destinazione delle esportazioni, con una quota pari al 76% del totale. Si può ben dire che per il Canada le decisioni più pesanti riguardo il futuro prossimo della propria economia passino per la scrivania di un politico straniero: il Presidente Donald Trump.

Marco Leone

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Leonardo Parigi
the authorLeonardo Parigi
Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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